Nizza 80 Anni Dopo...
Nizza 80 anni dopo...
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Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari. Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari. Non siete Stato voi che siete uomini di polso forse perché circondati da una manica di idioti. Non siete Stato voi che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti. Non siete Stato voi né il vostro parlamento di idolatri pronti a tutto per ricevere un'udienza. Non siete Stato voi che comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza. Non siete Stato voi che stringete tra le dita il rosario dei sondaggi sperando che vi rinfranchi. Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati andando nei salotti a fare i saltimbanchi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non siete Stato voi, uomini boia con la divisa che ammazzate di percosse i detenuti. Non siete Stato voi con gli anfibi sulle facce disarmate prese a calci come sacchi di rifiuti. Non siete Stato voi che mandate i vostri figli al fronte come una carogna da una iena che la spolpa. Non siete Stato voi che rimboccate le bandiere sulle bare per addormentare ogni senso di colpa. Non siete Stato voi maledetti forcaioli impreparati, sempre in cerca di un nemico per la lotta. Non siete Stato voi che brucereste come streghe gli immigrati salvo venerare quello nella grotta. Non siete Stato voi col busto del duce sugli scrittoi e la costituzione sotto i piedi. Non siete Stato voi che meritereste d'essere estripati come la malerba dalle vostre sedi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi.
Non siete Stato voi che brindate con il sangue di chi tenta di far luce sulle vostre vite oscure. Non siete Stato voi che vorreste dare voce a quotidiani di partito muti come sepolture. Non siete Stato voi che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali. Non siete Stato voi che trattate chi vi critica come un randagio a cui tagliare le corde vocali. Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati, siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate pio e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio: 'Non sono stato io'.
(Caparezza, Il sogno eretico)
L'ultimo saluto di un albero malato.
“Giant Hand of Vyrnwy” è una scultura alta oltre 15 metri che l’artista Simon O’Rourke ha realizzato, partendo da un albero spezzatosi durante un temporale. Si trova in un parco pubblico vicino al lago Vyrnwy, nel Galles, dove tutti possono ammirarla.
Si tratta di una mano gigante tesa verso il cielo che l’artista ha scolpito usando una motosega.
Una volta completata la scultura, O’Rourke ha applicato diverse mani di olio di tung, un olio naturale a base vegetale sicuro per l’ambiente e utile a proteggere il legno dalle intemperie.
"Avevo cinque anni. L'insegnante ha scritto sulla lavagna: "Tutti gli uomini sono mortali". Ho provato un enorme sollievo, una grande gioia. Quel pomeriggio, quando uscii da scuola, corsi a casa e abbracciai molto strettamente mia madre. "Che fortuna mamma, tu non morirai mai! "Gli ho detto, rapito. "Cosa? " chiese mia madre, sorpresa. Mi sono separato appena da lei e le ho spiegato: - La maestra ha scritto sulla lavagna che gli uomini sono mortali. E tu sei una donna!. Per fortuna sei una donna, ho detto e l'ho riabbracciata. Mia madre mi ha teneramente separato dalle sue braccia. - Questa frase, mia cara, include uomini e donne. Tutti e tutte moriremo un giorno. Mi sono sentita completamente sconvolta e delusa. - Allora perché non l'ha scritto? : "Tutti gli uomini e le donne sono mortali"? Ho chiesto. Beh- ha detto mia madre, in realtà, per semplificare, noi donne siamo rinchiuse nella parola "uomini". - Chiuse? - Ho chiesto. Perché? — Perché siamo donne - mi rispose mia madre. La risposta mi ha sconcertato. E perché ci rinchiudono? Gliel'ho chiesto. È molto lungo da spiegare, rispose mia madre. Ma accettalo così. Ci sono cose che non sono facili da cambiare. - Ma se dico "tutte le donne sono mortali"? Rinchiude anche gli uomini? - No- rispose mia madre. Questa frase riguarda solo le donne. Ho avuto una crisi di pianto. Ho capito all'improvviso molte cose e alcune molto spiacevoli, come che il linguaggio non era la realtà, ma un modo per rinchiudere cose e persone, a seconda del loro genere, anche se sapevo a malapena cosa fosse il genere: oltre a servire a fare gonne, il genere era una forma di prigione. "
* Cristina Peri Rossi - Scrittrice uruguaiana vincitrice 2021 del Premio Cervantes